Ciao!
Siamo Raffaella e Stefano e Viaggiare Vegan è il nostro blog.

Siamo una coppia dalla fine del 2008, anche se in realtà eravamo già compagni di classe al liceo. Non ci eravamo mai frequentati al di fuori del contesto scolastico, ma al quinto anno Stefano, colpito dalla chioma biondo platino di Raffaella, le aveva scritto una romantica lettera, che però non aveva sortito l’effetto sperato.
Dopo il diploma le nostre vite hanno preso strade diverse e ci siamo persi di vista.
Il destino però ci ha sorpreso facendoci incontrare dopo 17 anni in un momento molto particolare delle nostre esistenze. Da allora ci siamo ri-conosciuti e siamo diventati compagni di vita, condividendo tante esperienze e soprattutto tanti viaggi.

Raffaella e Stefano

La nostra scelta vegana

Il 9 dicembre 2013 abbiamo condiviso anche una scelta molto importante. Dopo aver visto un documentario sugli allevamenti intensivi, abbiamo deciso di diventare vegani. Così, da un giorno all’altro, senza passare dal vegetarianismo! Stefano si era concesso 3 mesi di prova, ma non è più tornato indietro.
Da allora il nostro stile di vita è diventato sempre più consapevole e cerchiamo di fare scelte che siano quanto più ecosostenibili sia nella vita quotidiana sia in viaggio.
Certo, a volte questo ci crea qualche difficoltà durante i nostri viaggi, soprattutto in alcuni paesi, ma noi non demordiamo!

Ci teniamo a sottolineare che pur essendo molto fieri della nostra scelta, non siamo degli integralisti. Ciò significa che non rinunciamo a visitare luoghi in cui possiamo incontrare grandi difficoltà perché il concetto di “vegano” non è ancora sviluppato. Pensiamo per esempio a paesi come la Mongolia o il Tagikistan, dove è difficile trovare anche piatti vegetariani. In questi casi, pur non riuscendo ormai a mangiare la carne, non ci preoccupiamo se un piatto è cucinato con il burro anziché con l’olio o se ci sono le uova.

D’altra parte se una famiglia mongola ci ospita nella sua gher e ci offre un bicchiere di airag (latte di giumenta fermentato), un piatto di aarul (una sorta di formaggio di latte cagliato essiccato al sole) o una tazza di tè al burro, ci chiediamo se sia più etico accettare o rifiutare…

Questo blog vuole rivolgersi quindi a chiunque ami viaggiare per condividere le nostre esperienze di viaggio, dalle mete dietro l’angolo a quelle più lontane e insolite, sempre con un’attenzione particolare all’alimentazione vegana.

Raffaella 

Raffaella in Ladakh

 

 

Penso di essere una portatrice del gene DRD4-7R, il cosiddetto “gene del viaggiatore”, che sarebbe responsabile della sindrome di Wanderlust.
Se potessi, starei sempre in viaggio per esplorare nuovi luoghi e conoscere nuove culture e quando non riesco a partire per qualche mese, divento molto irrequieta. 

Sin da bambina il mio gioco preferito era quello di immaginarmi in mille avventure e trascorrevo le estati vagabondando dal campeggio con una zia alla casa al mare di un’altra, senza mai avere nostalgia di casa.
A meno di dieci anni sono andata a Malta con una cugina più grande e ovviamente non mi lasciavo sfuggire nessuna gita scolastica. Ma è dopo il diploma che ho cominciato davvero a viaggiare, con la curiosità e la leggerezza dei vent’anni. Così, per esempio, mi sono ritrovata a Kiev, dopo un infinito viaggio in treno da Catania, senza soldi a sufficienza per poter pernottare nei pochi e costosi hotel presenti nella capitale ucraina poco dopo il disfacimento dell’URSS. Questo mi ha costretto ad accettare l’ospitalità di una ragazza sconosciuta grazie alla quale sono nate delle amicizie che durano ancora oggi. 

I viaggi mi hanno permesso di mettermi alla prova, di sfidare le mie paure e di fare esperienze indimenticabili, molte positive, altre un po’ meno, come quando sono stata rapita nello Sri Lanka dalle Tigri Tamil, i guerriglieri secessionisti responsabili della guerra civile che per anni ha martoriato questa meravigliosa isola. Fortunatamente sono stata trattenuta per poco più di mezza giornata, ma la paura è stata davvero tanta. È anche grazie a esperienze come questa che sono diventata la donna che sono, con le mie fragilità, ma anche abbastanza forte da superare tante prove difficili a cui la vita mi ha sottoposto. 

Insieme alla mia passione per i viaggi è cresciuta anche quella per la fotografia, infatti tutte le foto che vedete nel blog sono scattate da me. 

Stefano 

Stefano viaggiare vegan

La mia attrazione per il mondo dei viaggi non risale alla mia infanzia, né alla mia adolescenza. Pur avendo viaggiato in Italia, in Europa e in Sudamerica, fino ai 23 anni il mio interesse era focalizzato su altre passioni, prima tra tutte quella per il calcio.
Quando però nel 1996 sono andato svogliatamente a Londra, è successo qualcosa dentro di me e sono entrato in quello che mi piace definire il mio “periodo british”. È come scattato un interruttore, che mi ha portato ad andare negli anni successivi in giro per la Gran Bretagna. In lungo e in largo, da solo o con amici. La mia singletudine mi permetteva di andare, fare, muovermi liberamente, tornando anche negli stessi luoghi in diversi periodi dell’anno. Facendo sempre tappa a Londra, mi sono mosso a piedi, in auto, in autobus, in barca, in aereo e con qualsiasi altro mezzo di locomozione. 

Anche se può sembrare un po’ bizzarro, il mio british period è durato più o meno 12 anni. Nel 2008, dopo il mio incontro con Raffaella, decido di partire per le isole Orcadi e Shetland in totale solitudine. Quel viaggio, in cui l’unica compagnia erano pecore e cavalli, ha fatto crescere in me la consapevolezza che fosse giunto il momento di modificare qualcosa nella mia vita. Al mio ritorno le mie destinazioni mentali, sentimentali e materiali sono cambiate ed è iniziato un percorso completamente diverso. Anno dopo anno ho iniziato a scoprire il resto del mondo in coppia, lasciandomi affascinare da destinazioni molto più particolari, dalla Nuova Zelanda alla Mongolia, dalla Transiberiana al Ladakh, dal Giappone all’Africa e a tanti paesi dell’Asia centrale.