Il castello di Calatabiano è uno di quei luoghi vicino casa di cui rimandi sempre la visita.

Ogni volta, percorrendo l’autostrada A18 Catania-Messina, lo guardavamo svettare in cima a una collina, soprattutto di sera quando l’illuminazione lo rende ancor più suggestivo, e ci dicevamo che prima o poi avremmo dovuto scoprirlo.

Poi però, come spesso accade, davamo sempre la precedenza ad altri posti, magari più lontani. Subito dopo il lockdown avevamo bisogno di evadere e, non potendoci spostare dalla provincia, abbiamo pensato che fosse giunto il tempo di visitarlo.

La storia di Calatabiano

Calatabiano è un piccolo comune di circa 5.000 abitanti in provincia di Catania, al confine con la provincia di Messina. Si trova esattamente a metà strada tra le due città, nel Parco fluviale dell’Alcantara, il fiume che segna appunto il confine tra le due province.

Proprio per la sua posizione strategica, pare che i primi insediamenti risalgano all’epoca greca del IV-III secolo a.C., se non addirittura a quella sicula.

Sebbene non siano mai stati rintracciati i segni di una dominazione araba, il nome Calatabiano deriva dall’arabo قلعة (kalaat), che significa castello.

Castello di Calatabiano

Nel 1135, sotto il dominio normanno, Calatabiano fu elevato a baronia, ma il periodo più prospero si ebbe con la signoria dei Cruyllas, famiglia di origine catalana. 

Successivamente la signoria passò ai Moncada e poi ai Gravina, principi di Palagonia. 

La sua storia è stata contrassegnata da molte vicissitudini. 

Nel 1544 il pirata Dragut, che era diventato viceré di Algeri, saccheggiò il borgo e il castello. Nel 1677 i francesi lo assediarono per un lungo periodo durante la rivolta antispagnola di Messina, prima di essere sconfitti. Infine gli abitanti abbandonarono definitivamente il borgo e il castello dopo i danni causati dal terremoto del Val di Noto del 1693, per poi dar vita più a valle al nucleo della moderna Calatabiano.

Come raggiungere il castello di Calatabiano

Facilmente raggiungibile dall’autostrada (uscita Fiumefreddo), siamo arrivati al parcheggio dove si acquista il biglietto per la visita al castello di Calatabiano e quello per l’ascensore panoramico. 

Il castello si erge infatti su una collina a 220 metri s.l.m., ma si può anche raggiungere percorrendo un tortuoso sentiero che parte da Calatabiano. Questo sentiero si inerpica su Monte Castello, passando anche per la Chiesa del Santissimo Crocifisso, edificata probabilmente dai Cruyllas, di cui resta lo stemma sul portale d’ingresso. Ricostruita nel 1484, essa è nota anche come Chiesa di San Filippo, perché vi è custodito il simulacro di San Filippo Siriaco, protettore e compatrono del paese. 

La salita con l’ascensore è emozionante. Anche se dura pochi minuti, pian piano si apre davanti agli occhi uno spettacolare panorama e lo sguardo può spaziare su un ampio tratto di costa da Taormina al golfo di Catania.

Funicolare Calatabiano

Per conoscere gli orari di apertura aggiornati, potete consultare la pagina Facebook del castello.

La visita al castello di Calatabiano

Quando si esce dall’ascensore panoramico, ci si ritrova sulla spianata esterna. Percorrendo delle passerelle,  si accede al castello attraverso il magnifico portale a sesto acuto con conci lavici e pietra arenaria. Dopo averlo oltrepassato, si giunge in un ampio cortile esterno, da dove è iniziata la nostra visita guidata. Se ne avrete la possibilità, ve la consigliamo vivamente perché vi consentirà di godere appieno della ricchezza storica del castello, che è stato splendidamente restaurato nel 2009.

Cortile castello Calatabiano

Nella Sala d’armi è esposto uno scheletro che sembra risalire al 1450 circa. Potrebbe trattarsi, secondo alcuni studiosi, di un certo Giovannello Cruyllas, che sparì insieme alla sorella Bianca forse per mano del loro zio Berengario, il quale aveva pretese sul feudo di Calatabiano.

Sala d'armi

 

Sulla destra del cortile si affaccia la cappella palatina con la sua bella abside affrescata.

Cappella castello Calatabiano

L’edificio principale è il Salone Cruyllas, diviso in due parti da un arco in pietra bianca di Taormina su cui si trova il blasone dei Cruyllas, che è stato ripreso nell’attuale stemma di Calatabiano. Da due ampie finestre si può ammirare una meravigliosa vista sulla Valle dell’Alcantara.

Sala Cruyllas

Attraverso una passerella e una scala intagliata nella roccia, si accede al mastio, cioè la torre rettangolare delimitata da due torrioni semicircolari. Qui si può vedere una pusteria, cioè un’apertura d’emergenza, che consentiva di fuggire sul pendio ripido del monte.

Mastio Calatabiano

Nel castello si possono anche osservare sei cisterne, in cui veniva raccolta l’acqua piovana, e resti delle mura difensive con saettare e tratti di merlatura.

Per rifocillarvi potrete fare una pausa al bar e sorseggiare una bibita o un cocktail seduti in uno dei tavolini nel cortile.

La Calata di San Filippo e la Chianata

Dal cortile del castello si vede molto bene la chiesa del Santissimo Crocifisso, che domina il borgo sottostante. La guida ci ha parlato della “Calata di San Filippo”.

Chiesa Santissimo Crocifisso

Il sabato precedente la terza domenica di maggio, le donne vestono la statua nera del Santo e addobbano il fercolo con i fiori. Nel pomeriggio un corteo storico in costumi tipici dell’epoca dei Cruyllas scende dal monte alla Chiesa Madre. Alle 18,30, dopo tre colpi di cannone, lo stesso sentiero viene percorso di corsa dai fedeli che portano a spalla il fercolo, tra le urla di incitamento degli spettatori. I portatori si riconoscono per il fazzoletto rosso al collo e la maglietta il cui colore cambia tutti gli anni. In testa portano tre fili intrecciati di colore rosso, giallo e verde, che rappresenterebbero i fili della barba con cui San Filippo legò Satana. La leggenda narra infatti che Satana sfidò San Filippo a dimostrare la potenza di Dio. Lo legò quindi con delle pesanti catene, ma il Santo riuscì a liberarsi con facilità. San Filippo legò invece Satana con dei fili della sua barba e lo inseguì fino all’inferno, da cui uscì ricoperto di fuliggini. È per questo motivo che egli viene raffigurato tutto nero.

Abbiamo immaginato quanto la calata debba essere emozionante e ci siamo ripromessi di venire a vederla non appena sarà di nuovo possibile.

La quarta domenica di maggio si svolge la “Chianata di San Filippo“, che riporta la statua nella chiesa che la custodirà per il resto dell’anno. Anche la chianata avviene di corsa, tanto che pare impieghino soltanto sei minuti per percorrere il sentiero in salita.

Dove mangiare vegano

A Calatabiano e nelle immediate vicinanze non ci sono ristoranti vegani o vegetariani, ma  non è difficile trovare qualcosa da mettere sotto i denti.

Noi abbiamo optato per un’ottima pizza in una trattoria-pizzeria a pochi passi dalla Chiesa madre.

Pizza a Calatabiano

Un’ottima alternativa è quella di spostarsi sulla costa, che dista soltanto dieci minuti in auto dal castello. Qui si trovano vari ristoranti, tra cui il ristorante Pino Verde, dove poter ordinare una pizza, un primo facilmente veganizzabile, un’insalata o un panino con le verdure. Si può pranzare sul terrazzo a due passi dal mare.

Spiaggia Calatabiano

Pernottare in un castello

Se dopo aver visitato il castello, vi è venuta voglia di dormirci, a Calatabiano potete farlo al Castello di San Marco.

Ignazio Sebastiano Gravina Cruyllas, Principe di Palagonia, ordinò la costruzione di una residenza sulla spiaggia di Calatabiano nel 1689.

Nel 1971 il Castello di San Marco è stato trasformato in un fantastico hotel di charme dotato anche di un ristorante e di una SPA che offre vari percorsi benessere, alcuni dei quali disponibili anche per chi non pernotta nell’hotel.