In Zimbabwe abbiamo vissuto una delle esperienze più forti ed emozionanti che si possa fare in Africa: passeggiare con i leoni.
Quando stavamo programmando il viaggio in Botswana e Zimbabwe abbiamo visto che c’era la possibilità di visitare un centro in cui poter accarezzare i leoni e fare una passeggiata con loro. Da amanti degli animali ci siamo immediatamente entusiasmati, ma poco dopo l’entusiasmo ha lasciato il posto a tante domande e dubbi. Ci siamo ovviamente chiesti se fosse etico, anche perché avevamo sentito di alcuni centri che lucrano a discapito della salute di questi grandi felini. Vengono tenuti incatenati, drogati, maltrattati e quando poi crescono vengono trasferiti in riserve di caccia dove diventano facili e indifese prede di turisti in cerca di assurdi trofei. Ovviamente non volevamo in alcun modo contribuire a questo tipo di crudeltà!
I leoni africani, una specie in pericolo
Nonostante i leoni in natura non abbiano alcun predatore, essi rappresentano purtroppo una specie in pericolo. Sebbene non sia facile avere una stima esatta, sembra che in Africa siano rimasti circa 20.000 esemplari, un numero che si è dimezzato in un quarto di secolo. L’unica minaccia per questi grandi predatori è ovviamente rappresentata dall’uomo: bracconaggio, commercio illegale, distruzione del loro habitat per far spazio ai territori coltivabili. Infine, la diminuzione del numero degli esemplari porta inevitabilmente all’accoppiamento tra consanguinei determinando un indebolimento genetico.
Mi sembra importante fare anche un’altra riflessione. Anche i leoni che vivono “in libertà” vivono in parchi e riserve che, pur essendo alcuni molto vasti, sono comunque recintati. Basti pensare che negli ultimi 120 anni i leoni scomparsi da ben il 90% dei territori in cui vivevano.
È possibile passeggiare con i leoni in modo etico e sostenibile?
Ci siamo subito messi alla ricerca sul web e abbiamo trovato un centro in Zimbabwe che sembrava fare proprio al caso nostro!
Il Lion Encounter a Victoria Falls è un centro in cui viene attuato un programma di salvaguardia dei leoni africani. Con la partnership di ALERT (African Lion and Environmental Research Trust) e di altre associazioni, il programma cerca di assicurare un futuro a questi meravigliosi animali.
Inoltre, il centro fornisce manodopera e supporto materiale a scuole, centri medici e comunità locali come parte di una strategia di responsabilità sociale. Insomma, quello che abbiamo letto ci ha convinti che valesse la pena andare a vedere con i nostri occhi.
Il programma di recupero
Dopo aver trascorso la nostra prima notte in Zimbabwe a Victoria Falls, di mattina presto abbiamo percorso circa 20 km per recarci al Lion Encounter. Appena arrivati ci siamo accomodati sotto una tettoia, dove un uomo ci ha dato alcune spiegazioni sulle attività del centro.
Il programma è strutturato in diversi step. Fino all’età di 23 mesi, i cuccioli vivono a contatto con gli esseri umani, compresi i volontari e i visitatori, e fanno delle passeggiate quotidiane per prendere familiarità con l’ambiente. Dai 24 mesi vengono trasferiti in branco in una riserva recintata in cui imparano a cacciare e a badare a se stessi. Gli operatori continuano a monitorarli, ma senza più interagire con loro e senza interferire in alcun modo.
All’età di 5 anni, i leoni vengono spostati in una riserva più grande dove vivono anche diverse altre specie, compresi altri predatori. I cuccioli che nascono in questa area crescono senza avere contatti con l’uomo e, quando sono abbastanza adulti, possono essere trasferiti in altre aree dell’Africa, a seconda delle necessità di ripopolamento.
L’incontro con i leoni
Al termine della spiegazione e dopo aver risposto alle nostre domande, ci è stata data qualche indicazione su come comportarci quando avremmo incontrato i cuccioli. Nel frattempo la nostra emozione continuava a crescere…
Non voltatevi mai di spalle, non correte, non fate movimenti bruschi, inginocchiatevi tenendo soltanto un ginocchio a terra per essere sempre pronti ad alzarsi, fate attenzione a non avere lacci o altri oggetti penzolanti che potrebbero rappresentare un invito a giocare (in fondo sono pur sempre dei gattoni…).
Ecco, adesso, dopo aver preso ognuno un bastone, eravamo pronti a incontrare i cuccioli.
Non so voi, ma quando io penso ai cuccioli di leone, mi viene in mente il piccolo Simba che gioca con Nala nella savana.
Potete immaginare la nostra sorpresa quando abbiamo visto venire verso di noi un leone e una leonessa che di cuccioli avevano ben poco. Non nascondiamo che la tensione è diventata palpabile e il cuore ha cominciato a battere all’impazzata.
Passeggiare con i leoni Leikha e Lala
Lekha e Lala erano dei cuccioli di 21 mesi, quindi quasi adulti, e Lala sembrava anche un po’ nervosa. Osservava guardinga e di tanto in tanto, mentre le camminavo al fianco, si voltava per guardarmi e il battito cardiaco mi si fermava per un attimo. Con Stefano, che ha sempre un ascendente particolare sugli animali, Lala si è subito accovacciata sui suoi piedi.
Abbiamo fatto una passeggiata ed è stato molto bello vedere Lekha sdraiarsi a pancia in sù per farsi fare i grattini da uno dei membri dello staff.
È davvero difficile spiegare il turbinio di emozioni che ci ha accompagnato e il mix di rispetto, paura, ammirazione che abbiamo provato per questi magnifici animali
Tornati indietro e salutati a malincuore i nostri nuovi amici, ci è stata offerta la colazione a base di pane tostato e fagioli, che ci ha dato l’energia giusta per affrontare il resto della giornata. Altre emozioni infatti ci stavano aspettando: le cascate Vittoria!
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