Siamo rimasti incantati da Scicli, vera perla del barocco siciliano in provincia di Ragusa. Comune di 27.000 abitanti, sorge in una valle circondata da tre colli. In realtà le valli sono tre e vengono chiamate “cave“: di Santa Maria La Nova, di San Bartolomeo e di Modica. Ci sono molti siti e monumenti interessanti, ma cosa vedere a Scicli in un giorno?

Un po’ di storia

Prima di dirvi cosa vedere a Scicli, vogliamo raccontarvi brevemente la storia di questa città abitata fin dai tempi dei siculi, oltre 3.000 anni fa.

Dominata da greci, cartaginesi, romani e arabi, nel 1901 fu conquistata dai normanni in una battaglia a cui è legata una leggenda. Si narra infatti che durante la battaglia finale contro i Saraceni, la Madonna delle Milizie arrivò su un cavallo bianco a difesa di Scicli. Questo evento viene ricordato ogni anno nella spettacolare Festa delle Milizie, l’ultimo sabato di maggio.

Seguirono la dominazione sveva e angioina fino a quando Scicli, insieme a Modica e Ragusa, insorse e si mise sotto la protezione di Pietro III d’Aragona, diventando parte della Contea di Modica.

Dopo la terribile epidemia di peste del 1626, che decimò la popolazione, nel 1693 un devastante terremoto la rase al suolo. Scicli fu quindi ricostruita in stile barocco, non più arroccata sui tre colli, bensì a valle.

Nel 1720 tornò al potere il Regno di Sicilia, che si unì al Regno di Napoli nel Regno delle Due Sicilie, fino all’annessione al Regno d’Italia nel 1860.

Cosa vedere a Scicli in un giorno

Se parcheggiate all’ingresso della città, davanti all’ospedale, potete seguire l’itinerario che vi suggeriamo.

Consigliamo di cominciare la visita di Scicli da via Francesco Mormino Penna, strada pedonale in cui sono concentrati molti dei monumenti più belli della città e che per questo è stata definita dall’Unesco “capolavoro del genio creativo umano dell’età tardo-barocca.

Chiesa di Santa Teresa d’Avila

Il primo monumento che incontrerete è questa meravigliosa chiesa, che dal 1950 non è più adibita al culto.

Cosa vedere a Scicli

Dal 2009 è diventata uno spazio espositivo per cui, oltre agli interni barocchi di un bianco accecante, potrete vedere anche gli affreschi provenienti dalle chiese del Colle della Croce.

Palazzo Spadaro

Edificio nobiliare settecentesco della omonima famiglia che si trasferì qui da Modica. Da notare i pavimenti realizzati con maioliche di Caltagirone e i due dipinti di Raffaele Scalia, pittore e decoratore tra i più importanti del periodo, realizzati agli inizi del ‘900. Quello raffigurante una donna con tre bambini che chiedono l’elemosina si trova accanto all’ingresso della servitù. L’altro, che raffigura una situazione più agiata, decora l’ingresso usato dalla famiglia Spadaro.

La chiesa di Santa Teresa e il Palazzo Spadaro, insieme al Palazzo del Municipio che si trova poco più avanti, possono essere visitati acquistando il biglietto cumulativo dei Luoghi di Montalbano.

Palazzo Bonelli-Patanè

Se l’esterno potrebbe non attrarvi perché in stile neoclassico molto semplice, gli interni sono un’esplosione di stucchi e affreschi in uno stile eclettico che mescola neoclassico, liberty e neogotico con inserti di futurismo.  Raffaele Scalia ha dedicato un decennio (1928-1938) alla realizzazione degli interni. Non è soltanto l’autore degli affreschi, ma ha anche disegnato gli stucchi, le porte e i mobili. Nel 1932, quando arrivò la corrente elettrica a Scicli, Scalia scelse anche tutti i lampadari.

Cosa vedere a Scicli in un giorno

Potrete visitare il piano nobiliare: il salone da ballo, i due salotti (uno per gli uomini e uno per le donne), la sala da pranzo e le tre camere da letto. Nella camera da letto matrimoniale notate l’affresco sul tetto. È realizzato in modo da essere osservato riflesso nel grande specchio.

Palazzo Bonelli Patanè

 

Dal terrazzo si gode una bella vista dei giardini e di Scicli.

Antica Farmacia Cartia

Guglielmo Cartia aprì nel 1902 questa farmacia, che è un vero gioiellino in stile liberty.

Proprio di fronte a Palazzo Bonelli-Patanè, qui potrete ammirare gli originali mobili in legno e il dipinto di Giovanni Gentile che raffigura Igea, la dea greca della medicina, con una ragazzina.

Farmacia Cartia

Sugli scaffali ci sono ancora i vasetti che contenevano i farmaci, ma anche le spezie (infatti il farmacista era chiamato “u spizziali“) e altri oggetti dell’epoca. Fra questi il densimetro, che serviva a misurare la densità del latte materno, e le scatoline di legno in cui il farmacista metteva i cachet per il mal di testa e che poi venivano restituite (molto eco friendly!!).

La vetrinetta dei veleni aveva i vetri oscurati e conteneva sostanze quali cocaina, morfina e anche la belladonna. Le donne la utilizzavano come collirio per sembrare più belle, perché dilatava le pupille e rendeva gli occhi più lucenti, anche se nel tempo le rendeva cieche.

Chiesa di San Giovanni Evangelista

Adiacente al Palazzo del Municipio, faceva parte del Monastero Benedettino distrutto nel 1950.

San Giovanni Evangelista Scicli

 

All’interno, dominato dal blu cobalto e dal dorato, cercate il dipinto seicentesco di Cristo in gonnella. Gesù crocifisso è infatti raffigurato con una veste sacerdotale bianca lunga fino alle caviglie. In Italia esiste soltanto un altro quadro simile, in una cappella privata di Gravedona (CO).

Palazzo Beneventano

Giunti alla fine di via Mormino Penna, andate a destra e a meno di 100 metri troverete quello che Sir Anthony Blunt definì il più bel palazzo barocco siciliano.

Palazzo Beneventano

Molto belli i mascheroni irriverenti sulla facciata.

Cosa vedere a Scicli: il Colle San Matteo

Lasciandovi il Palazzo Beneventano sulla sinistra, salite fino ad arrivare alla Chiesa di San Matteo, chiesa madre e simbolo di Scicli. Distrutta dal devastante sisma del 1693, i lavori di ricostruzione iniziati nel 1704 non furono mai portati a termine. Addirittura, per evitare ripensamenti, nel 1874 il tetto fu demolito e la Chiesa di Sant’Ignazio divenne chiesa madre.

Chiesa di San Matteo

Potete dare una sbirciata all’interno dalle inferriate, ma rimarrete a bocca aperta per il panorama che si mostrerà ai vostri occhi. Da qui potrete abbracciare con lo sguardo tutta la città.

Se ne avete la possibilità, venite qui al tramonto. La città si tingerà di un caldo color miele e, quando si accenderanno le luci, vi sembrerà di avere un presepe ai vostri piedi.

Scicli tramonto

Chiesa di San Bartolomeo

Tornati giù dal colle, dirigetevi verso Piazza Italia, la più grande della città, su cui si affacciano la Chiesa Madre e magnifici palazzi del settecento e dell’ottocento.  Raggiungete poi la Chiesa di San Bartolomeo, l’unica che sopravvisse al fatale terremoto.

San Bartolomeo Scicli

Risalente agli inizi del XV secolo, la sua posizione nell’omonima cava tra due colli la rende particolarmente suggestiva.

All’interno, molto bello il presepe ligneo di scuola napoletana del 1573.

Cosa vedere a Scicli: il quartiere Chiafura

Fino agli anni ’60 molti degli abitanti di Scicli abitavano nelle grotte scavate sulle pareti dei colli. Il Parco Archeologico Chiafura si arrampica sul Colle San Matteo, alle spalle della Chiesa di San Bartolomeo, ma purtroppo è chiuso perché pericolante.

L’unica grotta che può essere visitata è quella di Don Carmelo. Ci sono due ambienti in cui vivevano i suoi nonni con ben 6 figli!

Nel primo ambiente c’è il forno per cucinare il pane e i letti. Quello sul soppalco era per le figlie femmine in modo che, tolta la scala, la sera non potessero uscire senza il permesso del padre.

Grotta di Don Carmelo

Don Carmelo vi mostrerà i molti oggetti conservati tra cui lampade a olio, un antico tiralatte, un girello per bambini e il grande pettine con cui si cunzavano i materassi in paglia per renderli più morbidi.

Nel secondo ambiente Don Carmelo mostra con orgoglio il presepe da lui realizzato insieme al figlio. C’è anche il famoso Italo, il cane mascotte della città la cui storia ha ispirato un film.

L’ingresso costa 3 €.

Kiss Point “Vasativi

Mentre tornate al parcheggio, fermatevi sul ponticello che attraversa il torrente di via Aleardi. Un cartello invita a scambiarsi un bacio.

Kiss Point Scicli

Vasativi significa infatti Baciatevi.

Sul cartello una citazione di Andrea Camilleri:

Ogni singola storia d’amore, vissuta o inventata, riesce a essere unica e diversa e irripetibile rispetto ai miliardi di altre storie già accadute, che accadono, che accadranno.

Dove mangiare vegano a Scicli

Sicuramente a questo punto vi sarà venuta fame! Quindi, dopo avervi detto cosa vedere a Scicli, ecco i nostri suggerimenti su dove mangiare vegano.

Nel cuore della città, a poco più di 100 metri da Piazza Italia, in via Belfiore trovate la creperia Zeronove. Sul menu ci sono diverse crêpe vegane sia dolci che salate, tutte squisite. Potete anche chiedere l’impasto vegano e togliere qualche ingrediente dalle crêpe non vegane. Noi abbiamo voluto assaggiarne diverse, ma tenete conto del fatto che le porzioni sono abbondanti.

Creperia Zeronove Scicli

Poco male… ne ho conservata una dolce con la crema di nocciole per la colazione dell’indomani! Attenzione però perché la creperia è aperta soltanto a cena. È possibile consumare all’interno, ma non sono purtroppo ammessi i cani.

A pranzo, se non volete andare al ristorante, dove un piatto di pasta o un contorno si rimedia quasi sempre, sappiamo che da Sicula Paninoteca Kebab si possono mangiare panini con hamburger vegani o cotolette di soia.

Infine, se avete voglia di un buon gelato, vi consigliamo Nivera. Questa gelateria artigianale si trova in via Mormino Penna e potete scegliere tra i sorbetti di frutta fresca o il gelato al cioccolato.