La prima tappa del nostro viaggio on the road nella Spagna del Nord è stata la città di Segovia, che ci ha stupiti con il suo imponente acquedotto romano e il magnifico castello.
A poco più di un’ora dall’aeroporto Barajas di Madrid (106 km), Segovia è perfetta anche per un’escursione in giornata dalla capitale spagnola.
La storia di Segovia
Prima di descrivere cosa vedere a Segovia, qualche cenno di storia di questa antica città.
Sebbene il mito attribuisca la sua fondazione a Ercole o al figlio di Noè, Segovia ha origini celto-iberiche ed era abitata già all’età del bronzo. Occupata dai romani nell’80 a.C., diventò una città molto importante dell’Hispania romana.
Durante la dominazione araba divenne capitale, ma la maggior parte della popolazione la abbandonò.
Si ripopolò soltanto dopo la Reconquista nel 1088 e divenne residenza dei sovrani di Castiglia dal XIII al XV secolo. Con la riunificazione dei regni di Castiglia e Aragona perse popolarità e fu praticamente dimenticata fino agli anni ’60, quando il turismo diede una sferzata di vitalità alla città.
Turismo che è ulteriormente cresciuto dal 1985, quando l’Unesco inserì il centro storico e l’acquedotto tra i siti del Patrimonio Mondiale dell’Umanità.
Cosa vedere a Segovia in un giorno
Prima di entrare in città, abbiamo proseguito per qualche chilometro verso nord in direzione Cuéllar per raggiungere un punto panoramico da cui si può osservare Segovia in tutta la sua bellezza. La magnifica cattedrale svetta nel punto più alto, l’Acueducto è perfettamente visibile nella sua maestosità così come le possenti mura che circondano la città.
Ma vediamo cosa vedere a Segovia in un giorno, quali sono le attrazioni da non perdere.
Cosa vedere a Segovia: l’acquedotto romano
Appena arrivati a Segovia, subito dopo aver parcheggiato, abbiamo sentito suoni di tamburi e squilli di trombe. Incuriositi, abbiamo visto un piccolo corteo di persone che seguiva un gruppo di uomini in abiti da centurioni romani e abbiamo deciso di unirci a loro.
Si sono fermati a Plaza del Azoguejo, il punto migliore per osservare l’acquedotto, che qui raggiunge la sua altezza massima, ben 28,5 metri. È davvero imponente e al suo cospetto ci si sente piccoli piccoli.
Fu costruito nel II secolo d.C. per trasportare l’acqua dalla fonte del Riofrio, che si trova a 17 km di distanza sui monti della Sierra de Guadarrama. È costituito da oltre 20.000 enormi blocchi di granito assemblati a secco, senza malta. Ha 167 arcate, di cui 44 sono doppie, ed è lungo 894 metri.
La leggenda sull’origine diabolica dell’acquedotto
Molto più suggestiva la leggenda secondo cui l’acquedotto sarebbe stato costruito dal diavolo.
Si narra infatti che una portatrice d’acqua promise la sua anima al diavolo se fosse riuscito a far arrivare l’acqua a casa sua prima che il gallo cantasse. Durante la notte un terribile temporale nascose i lavori del diavolo. La donna, spaventata, si pentì della sua promessa e pregò tutta la notte affinché il diavolo non riuscisse a portare a termine la sua opera. La leggenda racconta che il gallo cantò prima che il diavolo posasse l’ultima pietra e così l’anima della donna fu salva. La mattina dopo ella raccontò quanto accaduto ai suoi concittadini, i quali furono molto contenti di poter usufruire di questa magnifica opera. Prima però la benedissero con l’acqua santa e posero le statue della Madonna e di Santo Stefano a protezione.
Per una splendida vista sull’acquedotto salite le scale del Postigo, accanto al centro di informazioni turistiche, che organizza anche visite guidate. Se volete potete consultare il sito dell’ufficio del turismo a questo link.
Passeggiare a Segovia: il centro storico e il quartiere ebraico
Da Plaza del Azoguejo, passeggiate lungo Calle de Cervantes fino alla caratteristica Casa de los Picos. Riconoscerete subito la sua facciata con ben 617 pietre di granito tagliate a punta di diamante. L’edificio oggi ospita la Scuola d’Arte e una sala per esposizioni. Poco distanti la Casa de los del Río, con il suo bel cortile, e la Chiesa di San Martin, capolavoro in stile romanico che si affaccia sull’omonima piazzetta, una delle più belle di Segovia. Al centro della piazza la statua di Juan Bravo, il leader della rivolta dei Comuneros del 1520-1522, mentre sul lato opposto alla chiesa svetta il Torreón de Lozoya, edificio trecentesco che ospita uno spazio espositivo. Se siete appassionati di arte, non perdete il Museo de Arte Contemporáneo Esteban Vicente, intitolato a questo esponente dell’espressionismo astratto.
Mentre vi dirigete verso la Cattedrale, perdetevi tra le stradine dell’affascinante quartiere ebraico con l’Antica Sinagoga Maggiore e la Porta di San Andrés. Se volete conoscere meglio la storia dei sefarditi, in Calle Judería Vieja 12 si trova il Centro Didáctico de la Judería de Segovia.
Cosa vedere a Segovia: la Cattedrale
Dedicata all’Assunzione di Maria Vergine e a San Frutos, la Cattedrale rappresenta una delle massime espressioni dell’architettura gotica spagnola e viene definita “la dama delle cattedrali” per la sua eleganza. La sua costruzione iniziò nel 1525, durante il regno di Carlo V, sul sito di una antica chiesa romanica distrutta da un incendio, e durò ben due secoli, infatti fu consacrata soltanto nel 1768!
All’interno potrete visitare il chiostro gotico e una ventina di cappelle laterali. Degne di nota sono la Capilla del Cristo del Consuelo con il suo bellissimo portale romanico, la Capilla del Cristo Yacente per il magnifico soffitto e la Capilla de la Piedad con la sua splendida pala d’altare. La Cattedrale è aperta dalle 9,30 alle 18,30 (l’ultimo ingresso è consentito un’ora prima della chiusura) e il biglietto costa 3€. Sono disponibili anche visite guidate alla Cattedrale (al costo di 6€) e alla Torre (7€), ma non in italiano.
Accanto alla Cattedrale c’è il Museo Catedralicio, che però non abbiamo avuto il tempo di visitare.
A neanche 200 metri, la Casa-museo Antonio Machado è dedicata a uno dei più importanti poeti spagnoli del XX secolo. In realtà si tratta della pensione in cui visse dal 1919 al 1932, quando era professore a Segovia. Vi sono ancora conservati i mobili e tanti ricordi di Machado che raccontano la sua vita.
Cosa vedere a Segovia: l’Alcázar
Nel pomeriggio ci siamo dedicati alla visita dell’Alcázar, che si trova dal lato opposto della città vecchia rispetto a plaza del Azoguejo. Il castello è davvero magnifico: arroccato su uno sperone roccioso con un fossato tutto intorno e pinnacoli che svettano verso il cielo con le loro punte di ardesia nera.
Pare che Walt Disney ne sia stato tanto colpito da essersi ispirato a lui per disegnare i castelli di Cenerentola e di Biancaneve! L’Alcazar non ha smesso di affascinare anche in tempi più recenti e infatti è apparso in due videogiochi: Resident Evil 4 e Super Pan.
La fortezza risale alla dominazione araba (il nome deriva da al-qasr), sebbene molto probabilmente qualche fortificazione fosse già presente in epoca romana. Citata per la prima volta in un documento del 1122, fu costruita da Alfonso VI dopo la Reconquista e ampliata nei secoli successivi. Nel 1862 fu gravemente danneggiata da un incendio e fedelmente ricostruita negli anni successivi.
L’ingresso del castello si trova nella Torre di Juan II, dalla cui sommità si ammira un panorama fantastico. All’interno è possibile visitare le bellissime sale, tra cui la Sala de las Piñas, chiamata così per le decorazioni simili ad ananas del soffitto a cassettoni, e la Sala de los Reyes, in cui sono raffigurati i 52 sovrani che furono impegnati nella Reconquista.
Il costo del biglietto per visitare il castello e il museo è di 6€, mentre la visita che include la Torre di Juan II costa 9€.
Mangiare vegano a Segovia
Parliamoci chiaro, per un vegano non è facile mangiare a Segovia. Il piatto tipico è infatti il cochinillo asado, cioè il maialino arrosto, e alcuni ristoranti espongono questi piccoli porcellini da latte nelle loro vetrine, costringendoci a voltare lo sguardo con un tuffo al cuore.
Per il pranzo ci siamo arrangiati comprando dell’ottimo pane integrale con semi, olive e aglio in salamoia e della frutta nelle bancarelle del mercatino allestito in Plaza Mayor.
Per la cena ci era stato consigliato “La Almuzara”, un ristorante a due minuti dalla cattedrale prevalentemente vegetariano, che propone anche delle opzioni vegane (pasta, pizza, cous cous, tofu, seitan ecc). Noi volevamo però mangiare spagnolo e così ci siamo seduti a un tavolino del Café Jeyma proprio in Plaza Mayor. Con una fantastica vista della Cattedrale illuminata abbiamo ordinato una squisita paella con le verdure!
Ci è piaciuta molto e ogni tanto la cuciniamo a casa per rituffarci nelle magiche atmosfere delle serate spagnole! Tra qualche giorno pubblicheremo la nostra ricetta.
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