Non avevamo mai sentito parlare della Certosa di Padula, nonostante sia la più grande d’Italia e tra le maggiori in Europa, seconda soltanto alla Certosa di Grenoble, in Francia. L’abbiamo scoperta mentre cercavamo sulla piantina una località non lontana dall’autostrada A2 in cui fermarci per spezzare il nostro viaggio in auto verso l’Italia centrale. È stata una scelta azzeccatissima, che ci ha permesso di visitare un vero gioiello del patrimonio artistico e culturale della Campania.

Padula

Padula è un comune di circa 5200 abitanti situato nella Valle del Diano, in provincia di Salerno, da cui dista circa 100 km. Il borgo sorge su due colli a 699 m s.l.m. e il suo nome deriva dal latino paludem, dato che in passato nella valle sottostante si estendeva una palude.

Cosa vedere a Padula

Il borgo conserva tracce del suo passato, dagli scavi archeologici del Consilium ai ruderi del  medievale Castello Normanno e alle Torri Angioine. 

Numerose sono le chiese, tra cui il Convento di San Francesco, la cui costruzione ebbe inizio nel 1380 per volere di Giovanni Tommaso Sanseverino, discendente del più famoso Tommaso, del quale parleremo più avanti. Il convento comprende la chiesa, il chiostro, la zona delle celle e un orto.

Convento di San Francesco Padula

Una menzione merita anche la Chiesa della Santissima Annunziata. Qui si trova il Sacrario Militare dei Trecento, dove sono conservati i resti dei caduti a Padula il 1° luglio 1857 durante la spedizione di Sapri. I mazziniani guidati da Carlo Pisacane erano sbarcati a Ponza con l’intento di provocare una rivolta contro i Borboni.

Sacrario dei Trecento

Invece di trovare dei sostenitori, furono attaccati dai contadini, ai quali le autorità borboniche avevano preannunciato il loro arrivo descrivendoli come una banda di ergastolani e delinquenti. Dallo spiazzale di fronte alla chiesa, alle spalle di un busto dedicato a Joe Petrosino, si può ammirare un meraviglioso panorama sulla vallata e sulla certosa di San Lorenzo.

Joe Petrosino

A Joe Petrosino è dedicato il museo realizzato nella casa in cui visse i primi tredici anni della sua vita. Il celebre poliziotto nacque infatti a Padula il 30 agosto 1860. Emigrato a New York nel 1873, grazie all’ottima conoscenza sia dell’italiano sia dell’inglese, divenne una figura di spicco nella lotta alla mafia. Fu proprio la mafia a ucciderlo il 12 marzo 1909 mentre passeggiava in piazza Marina a Palermo durante una missione in Sicilia.

Altri interessanti musei sono il Museo del Cognome e il Museo Civico Multimediale.

Vi consigliamo di parcheggiare l’auto in piazza Umberto I e, dopo aver attraversato la Porta di Sant’Antonio, perdervi tra le stradine del centro storico.

La Certosa di San Lorenzo a Padula

Il fiore all’occhiello di Padula è la Certosa di San Lorenzo, che con la sua estensione di 51.500 mq è il più grande complesso certosino d’Italia e uno dei più sontuosi complessi monumentali barocchi del Sud Italia. Nel 1998 è stata nominata Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco.

La storia della Certosa di San Lorenzo 

I lavori per la sua costruzione cominciarono il 28 gennaio del 1306 per volere di Tommaso II Sanseverino, conte di Marsico e signore del Vallo di Diano, nonché nipote di San Tommaso d’Aquino. La posizione era strategica in quanto consentiva il controllo dei campi coltivati circostanti, ma anche delle vie che portavano alle regioni meridionali del Regno di Napoli.

Dopo la caduta dei Sanseverino nella metà del V secolo, la Certosa e i terreni circostanti andarono ai monaci certosini di Padula, che goderono non solo delle ricchezze che erano state accumulate nel tempo, ma anche dei proventi delle tasse pagate dal popolo al priore.

Chiesa Certosa Padula

La certosa divenne meta di pellegrinaggi, tanto che pare che anche Carlo  V vi soggiornò nel 1535 al ritorno dalla Battaglia di Tunisi. Si racconta che proprio in quella occasione i monaci prepararono una frittata utilizzando mille uova!

Dal 1583 fino al 1779, la Certosa, edificata originariamente in stile gotico, subì notevoli rimaneggiamenti, tanto da diventare uno dei maggiori esemplari dell’arte barocca del Regno di Napoli.

Quando nel 1807 l’ordine dei certosini fu soppresso dai francesi, i monaci furono costretti ad abbandonare la Certosa, che venne trasformata in una caserma. Vi fecero ritorno con il ripristino del regno borbonico, ma non riacquistarono più l’importante ruolo che avevano avuto in passato.

A seguito dell’Unità d’Italia nel 1866, i monaci andarono via definitivamente da Padula e vent’anni dopo la certosa fu dichiarata monumento nazionale. 

Durante la Seconda Guerra Mondiale fu utilizzata come campo di prigionia

La certosa di San Lorenzo

Non appena si oltrepassa il portale d’ingresso, ci si ritrova nell’ampia corte esterna dominata dalla facciata principale con le quattro statue di San Lorenzo, San Bruno, San Paolo e San Pietro.

Certosa di San Lorenzo

Da qui si accede al monastero e ci si ritrova in una sala interamente affrescata da Francesco de Martino. Nella certosa ci sono diversi chiostri. Il primo che si incontra è quello della Foresteria con al centro una fontana di marmo. 

Molto interessante l’installazione permanente ALTUM SILENTE di Maria Dompè. L’artista propone un movimento circolare definito da lastre metalliche sulle quali sono incise le parole “Il suono dell’acqua dice quel che penso”. Questa frase, tratta dagli scritti di Chuang-tzu, vuole essere un omaggio ai monaci certosini che praticavano il voto del silenzio come processo di purificazione verso la pienezza mistica.

Altum Silente

La Sala delle Campane rappresenta il cuore della zona monastica. Da qui si accede infatti a quattro spazi di grande importanza per la vita dei monaci: la Chiesa, il Tesoro, la sala del Capitolo e il Chiostro del Cimitero Antico.

Affreschi Certosa Padula

Gli interni della Chiesa e delle Sale sono riccamente decorati in un tripudio di affreschi e stucchi dorati.

Attraversando il Chiostro del Cimitero, giungerete al Refettorio con i mobili lignei e alla Cucina con la grande cappa centrale.

Cucina certosa di Padula

Si prosegue attraverso il Chiostro dei Procuratori, la Biblioteca e il Quarto del Priore, che ospita il Museo archeologico provinciale della Lucania Occidentale.

Il Chiostro più grande del mondo

Infine si giunge al Chiostro grande, che con la sua superficie di circa 15.000 mq (104 x 150 m) è il più grande al mondo. Circondato da 84 pilastri, al piano inferiore ci sono le celle dei monaci di clausura. Al piano superiore, a cui si accede attraverso lo Scalone ellittico monumentale, c’è la passeggiata che essi si concedevano una volta alla settimana. Alle spalle del chiostro si erge Padula, che sembra osservare ammirata la certosa dall’alto del suo colle.

Chiostro grande Padula

Alle spalle dello scalone si trova il Desertum, il giardino all’italiana settecentesco.

Dove dormire e mangiare vegano a Padula

Per il pernottamento abbiamo scelto l’agriturismo “Fattoria Alvaneta”, che dista circa 5 km dalla Certosa, ma è completamente immerso nella natura tra boschi di roverelle e castagni. Inoltre da qui la vista spaziasse tutta la vallata sottostante.

Fattoria Alvaneta

A cena abbiamo mangiato, oltre a uno squisito antipasto con prodotti locali, anche un’ottima pasta con i peperoni cruschi di cui trovate qui la ricetta!

Cena Fattoria Alvaneta